Le infestazioni da acari, zecche e pulci: ecco perché il gatto si gratta domenica 13 ottobre 2013
Acari, zecche e pulci rappresentano i principali agenti eziologici di parassitosi esterne nel gatto, per cui sono responsabili dell’insorgenza di molteplici patologie cutanee, che, a volte, possono poi divenire anche sistemiche.
Cominciamo, pertanto, a parlare degli acari, in particolar modo l’Otodectes Cynotis, che provoca l’otite nel nostro piccolo amico, e il Notoedres Cati, il quale causa, invece, la comparsa della cosiddetta scabbia felina o rogna notoedrica.
Si tratta di parassiti che inducono l’insorgenza di un forte prurito locale e, laddove è presenta l’otite vera e propria, caratteristici sono anche lo scuotimento del capo e lo strofinamento dell’orecchio malato. Nel meato acustico è presente un essudato ceruminoso di colore marrone scuro, a volte in scaglie e maleodorante, che il proprietario riesce a vedere facilmente a occhio nudo. La comparsa di questi sintomi non deve far indugiare, perché le otiti croniche diventano particolarmente difficili da trattare, di conseguenza è bene
rivolgersi immediatamente al proprio veterinario.
La terapia in questo caso si basa sulla somministrazione di antiparassitari in gocce da spargere tra le scapole a livello cutaneo, con l’aggiunta, quando ci sono otiti, di farmaci specifici, in particolar modo sostanze oleose o pomate, che vanno applicate nel condotto uditivo, dopo averlo ben pulito.
Le
zecche, invece, sono abbastanza rare nei gatti domestici; fanno parte della famiglia delle Ixodidae (zecche dure), alle quali afferiscono oltre 650 specie di parassiti e sono responsabili della trasmissione di numerose malattie.
In caso di infestazioni, tendono a localizzarsi soprattutto sul collo e sul muso del nostro amico, quindi è facile individuarle. La femmina del parassita si nutre di sangue per circa dieci giorni, dopo di che si accoppia e depone le uova, che passano attraverso lo stadio di larva e di ninfa prima di completare il proprio ciclo vitale e divenire adulte. Ogni stadio evolutivo richiede un pasto di sangue, per cui infestazioni massive possono causare anche una condizione di forte anemia dell’ospite.
Fondamentale è la prevenzione, che è garantita, ad esempio, attraverso l’applicazione di specifici spray nei mesi primaverili, sia nell’ambiente domestico che sul corpo del nostro micio, o anche tramite l’applicazione di collari impregnati di acaricidi. In ogni caso, se si osserva la presenza di una o più zecche, è bene usare
prodotti mirati per eliminarle e non ricorrere a rimedi fai da te di asportazione, che potrebbero lasciare una parte del corpo della zecca (il rostro) nel corpo del gatto, causando ulteriori disagi.
Infine responsabili di inteso prurito sono le pulci, che colpiscono per lo più i gatti che vivono all’aperto o che comunque possono uscire dall’abitazione.
Non ne sono tuttavia esenti i felini che stazionano fissi in casa, perché anche noi umani siamo un buon veicolo di contagio per i nostri piccoli amici. Il periodo di massima infestazione si ha quando si avvicina la bella stagione e raggiunge poi l’acme in estate; è bene però tenere a mente che, ormai, con i riscaldamenti domestici, le pulci possono sopravvivere anche nei mesi invernali e rilasciare così in tutta tranquillità le loro uova su pavimenti e tappeti, attendendo poi la schiusa e lo sviluppo delle larve prima e delle pupe in seguito, le quali in breve tempo evolvono nella forma adulta del parassita.
Le
pulci, andando a nutrirsi del sangue del gatto, causano nel nostro amico una sensazione di intenso prurito, localizzato soprattutto a livello del dorso e alla base della coda.
Il grattarsi in maniera prolungata e con insistenza può provocare lesioni cutanee al micio, che, in alcuni casi, arriva anche a provocarsi delle vere e proprie ferite, con la conseguente comparsa di croste. Ci sono gatti allergici alla saliva delle pulci (soprattutto a quella delle pulci della famiglia delle Ctenocephalides felis) e qui la situazione si complica ulteriormente, perché il grattarsi diventa così forte che, sollevando il pelo di questi animali, il più delle volte è possibile trovare delle
papule, ossia dei rigonfiamenti simili alle nostre “bolle d’acqua”, disseminate su schiena, collo e muso.
Non è facile vedere le pulci a occhio nudo, mentre è ben più frequente osservare le loro feci, che si presentano sotto forma di puntini di colore nero, sparsi nel mantello.
Non va da ultimo dimenticato il fatto che è possibile una trasmissione da parte delle pulci al micio delle
uova della tenia Dipylidium caninum, che va a colonizzare l’intestino dell’ospite, causandogli gravi alterazioni della funzionalità digestiva e del metabolismo.
Debellare le pulci non è un’impresa impossibile. E’ buona norma usare regolarmente prodotti specifici per la prevenzione, da applicare sul pelo del gatto, e utilizzare appositi disinfestanti per la pulizia della casa, così da distruggere le forme ancora non mature del parassita presenti nell’ambiente. Come ogni volta in cui il nostro amico a quattro zampe ha bisogno di aiuto, vanno sempre seguite le indicazioni del
veterinario e bisogna ricordarsi che per ogni specie animale esiste un antiparassitario mirato: meglio evitare speciali mix o esperimenti pericolosi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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